ViaggiaResponsabile

La quota progetto nei viaggi di Turismo Responsabile

Tutti i viaggi di turismo responsabile dovrebbero ispirasi a equità economica, tolleranza, rispetto, conoscenza, incontro.
Vogliono essere un modo per rilanciare le economie dei paesi di destinazione, creando rapporti economici equi e paritari con i partner locali, di cui si sostiene anche la crescita professionale.
L’incontro con le popolazioni è un momento centrale dell’esperienza, un’occasione di confronto e di conoscenza tra abitudini e tradizioni differenti, nonostante i limiti di risorse e di tempo e la difficoltà nel mettere in discussione il proprio sistema di valori e le proprie abitudini.
Viaggiare può essere comunque l’opportunità di provare a capire una cultura diversa dalla propria e di entrare in contatto con la realtà sociale di un paese, senza nascondere le difficoltà e talvolta anche i drammi che vivono alcuni popoli, anzi provando a condividere -anche solo parzialmente- le loro speranze di cambiamento. Viaggiare è iniziare una relazione che continua, che non si esaurisce nelle due o tre settimane di ferie all’anno.
Tutto questo senza trascurare il lato più propriamente turistico dell’esperienza: conoscere un nuovo paese significa anche visitare siti archeologici, camminare nella foresta, visitare città e mercati.
Questi viaggi  prevedono sempre la presenza di un accompagnatore che funge soprattutto da mediatore culturale e punto di riferimento per il gruppo.
Altra peculiarità è l’utilizzo, per il pernottamento, di case private, ostelli, pensioni ed alberghi a conduzione familiare, comunque sempre sistemazioni dignitose e accoglienti. Può capitare -soprattutto se il viaggio prevede qualche giorno di permanenza in comunità indigene- di pernottare in condizioni non comodissime, ad esempio non è possibile garantire sempre il bagno in camera o l’acqua calda tutti i giorni.
Questo tipo di viaggi richiede un approccio particolare di apertura a ciò che è nuovo e diverso; occorre forse lasciare da parte alcuni luoghi comuni e ricordare che -come in qualsiasi vero viaggio- possono esserci imprevisti, inconvenienti, difficoltà. Si richiede quindi una capacità di adattamento probabilmente superiore a quella di un viaggio “tradizionale”.
Spesso gli spostamenti interni utilizzano trasporti pubblici locali o pulmini delle organizzazioni referenti. Alcuni servizi sono talvolta gestiti attraverso un fondo personale o una quota che il viaggiatore verserà direttamente in loco ai nostri referenti (vitto, alloggio, guide locali, trasporti).
Si viaggia per lo più in piccoli gruppi (10/12 persone al massimo) per limitare gli impatti sulle comunità ospitanti e favorire l’interazione tra queste e i viaggiatori.
Circa 10 giorni prima della partenza si effettuerà un incontro pre-viaggio. Si tratta di un incontro molto importante perché permette al gruppo di conoscersi prima di partire scambiandosi idee e aspettative e, contestualmente, rappresenta una prima finestra sul paese che si andrà a visitare. Durante l’incontro verranno date le informazioni tecniche necessarie e saranno consegnati i documenti di viaggio.
Nella logica paritaria in cui noi concepiamo e costruiamo i nostri viaggi, riteniamo superfluo e fuorviante includere una “quota progetto”, intesa come piccola somma destinata al finanziamento diretto di un progetto di solidarietà, in quanto questo ripropone ai viaggiatori logiche di sviluppo fondate sulla beneficenza: il viaggio è la nostra “quota progetto”.
Ogni viaggiatore ha poi la possibilità di impegnarsi direttamente nei progetti che stanno realizzando i nostri partner, conosciuti grazie al viaggio.

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