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Guatemala – Vulcano ( Ixcanul), un film sulla condizione dei Maya del Guatemala.

Film Ixcanl - Vulcano di Jayro Bustamante

Tratto dal Film Volcano – Ixcanul

Jayro Bustamante, regista guatemalteco formatosi professionalmente tra Francia e Italia, ha scritto e diretto la sua opera prima VULCANO-IXCANUL (2015), premio Orso d’argento al Festival di Berlino del 2015,   spinto, tra l’altro, dai ricordi della sua infanzia trascorsa sugli altipiani del Guatemala, la terra dei Maya, tra vulcani in attività e antiche tradizioni indigene, percorrendoli con la madre medico che cercava di persuadere le donne maya a vaccinare i loro figli e cercando di instaurare una relazione tra Maya, che non parlavano lo spagnolo, e la comunità meticcia del posto. Il ritorno in questi luoghi impervi e spesso pericolosi per motivi naturali e per la presenza di serpenti velenosi, ma resi suggestivi dai ricordi degli antichi fasti della civiltà  Maya, persistente in riti e credenze anche dopo la decadenza, ha indotto Bustamante a creare una storia, fondata sulle testimonianze degli indigeni, in cui si evidenzia la vita delle donne, la loro posizione verso la cultura occidentale che esercita su di loro abusi e ingiustizie, grazie anche alla loro incapacità di parlare lo spagnolo.

Il lavoro principale di questa povera gente è nella coltivazione delle piante di caffè. Privi di energia elettrica e di acqua potabile, la famiglia di Maria, ragazza diciassettene sulla quale si incentra la storia, vive in una rudimentale capanna, possiede un paio di maiali, qualche gallina che fornisce loro le uova, provvedendo alla base della sussistenza, fatiche fisiche come portare sulla testa la legna, per lunghi ed scoscesi cammini, sono la regola per le due donne.Maria è stata destinata dai genitori a sposare il sorvegliante della piantagione, che è più facoltoso di loro e va spesso in città. Il volto della ragazza, inquadrato nelle prime e nelle ultime sequenze è tanto bello, quanto esotico, con tratti fieri dei Maya, labbra tumide, naso diritto, sguardo abbassato, occhi lievemente obliqui. Il sogno di emigrare negli Stati Uniti, coltivato dai giovani del luogo, non ha risparmiato neanche lei, che strappa con una primitiva e goffa forma di seduzione, la promessa di portarla con sé al giovane e inaffidabile Pepe. Costui se ne andrà a sua insaputa, lasciandola incinta. L’impenetrabilità del volto di Maria è compensata dall’espressività del volto e dei movimenti della madre, quando cerca di consolare e preparare alla maternità la ragazza, con carezze, abbracci, massaggi sul ventre  con una poesia e una grazia che solo l’amore di una madre può sprigionare. D’ora in poi ci si rende conto che sui sentimenti profondi e naturali non c’è differenza tra culture e religioni. La credenza che una donna gravida porti in sè poteri magici  spinge i poveretti a compiere un rito della loro religione animista ( che venera il Vulcano e la natura) per cacciare i serpenti che infestano la zona, mettendo in pericolo il loro lavora e…Maria viene morsa. Anche se in città le salveranno la vità, sarà la sua maternità a pagare un caro prezzo…sulla denuncia del quale il regista impernia l’aspetto sociale più grave del film.

Planet Viaggi Responabili propone ormai da più di 15 anni i viaggi in Guatemala per conoscere la condizione della popolazione Maya la sua storia antica e recente, viaggi condotti da una cooperativa Guatemalteca che opera nell’altipiano centrale.

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